Parte IV
Heavenly Host
Con l’inaugurazione dei nuovi jet, durante il boom dei grandi viaggi nei primi anni sessanta, scoppiò una sorta di attrito tra cuore, mente e valori della generazione successiva di viaggiatori, o per meglio dire, uno scontro ben definito tra due poli opposti in termini di culture, valori e continenti. Era una vera guerra dei mondi, tra Europa e America, tra il vecchio e il nuovo. Due guerrieri si distinguevano in particolar modo: il francese Claude Terrail, proprietario de La Tour d’Argent di Parigi, il ristoratore più famoso al mondo; l’americano Conrad Hilton, proprietario del Waldorf Astoria, il Plaza e molti altri hotel di lusso, nonché l’albergatore più noto e rinomato. Entrambi attraenti, alti, ricchi e di grande successo. Paradossalmente, per essere in concorrenza, il successo dell’uno non aveva niente a che fare con il fallimento dell’altro.
La loro fu una rivalità spirituale e simbolica non tanto tra i due, bensì tra il Vecchio e il Nuovo Mondo, fautori di filosofie opposte per le quali i due uomini si battevano in modo così deciso. Entrambi si sposarono con una celebrità di Hollywood, Terrail con Barbara Warner, figlia di Jack Warner, pezzo grosso della casa di produzione cinematografica Warner Bros., e Hilton con l’attrice Zsa Zsa Gabor. Il loro stile non poteva essere più diverso. Terrail era un giocatore di polo, Hilton un cowboy nelle terre sconfinate. Terrail la quintessenza della raffinatezza europea, poliglotta, galantuomo; Hilton la personificazione del macho dell’America occidentale, con le maniche della camicia arrotolate sulle braccia. L’unica cosa che avevano in comune era il loro smisurato successo: si stimavano molto a vicenda sia come persone, sia come imprenditori nel pieno della loro “arte”. Ciononostante, la “battaglia” dei loro stili di vita delineò tutta una serie di problemi del periodo dei jet.
In questo caso il campo di battaglia era la Francia, da parecchio tempo l’obiettivo europeo numero uno degli americani. La Francia si trovava in una posizione centrale per più della metà di tutti gli itinerari americani in Europa. Nessun altro paese era così coinvolto. Più del 40 percento dei ricavi del turismo francese arrivava dagli americani. Considerato questo enorme mercato europeo fatto di costosa modernità e comfort, Conrad Hilton progettò non uno ma ben due gran hotel a Paris: uno vicino all’aeroporto, l’Orly Hilton, e l’altro ai piedi della Torre Eiffel, il Paris Hilton.
Claude Terrail, invece, non aveva la minima intenzione di aprire un altro ristorante La Tour d’Argent a Beverly Hills, in una terra che non era la sua. Piuttosto, progettò i suoi Tour vicino Notre Dame, la Senna e sui tetti di Parigi, la vista più iconica del mondo, sia vecchio che nuovo.
Hilton rappresentava lo stile americano e il nuovo; Terrail era sinonimo di tradizione europea. Un grande conflitto culturale stava bollendo in pentola e avrebbe portato a una trasformazione radicale di entrambi i continenti.
Nessuno avrebbe potuto essere più francese di Claude Terrail, la cui alta cucina, e qui anche Jackie e Jack Kennedy sarebbero stati pronti ad ammetterlo, presentava un costo da far invidia alla Casa Bianca. Nell’era dei 707, il motivo principale per cui le persone visitavano la Francia era il cibo, e nessuno aveva il cibo più buono de La Tour d’Argent di Terrail, il ristorante più costoso, più esclusivo e mozzafiato del mondo.
La Tour aveva solo un rivale appartenente alla sua elevata categoria: Maxim’s, il tempio parigino dell’art nouveau. Entrambi i ristoranti avevano una valutazione finale di tre stelle Michelin, e insieme disponevano di più stelle sul tavolo che in cielo. Al loro interno, dovevi aspettarti un servizio in smoking dall’aria imperiale e intimidatoria, stupende cantine di vini colme delle più nobili annate, cucine enormi come quelle dei leggendari transatlantici, in cui si servivano piatti complessi composti da ingredienti di lusso ed elaborati – fois gras, tartufo, caviale, aragosta, manzo di prima scelta, carne tenera di vitello – spesso seguiti da dolci flambé, preparati direttamente al tavolo in grande stile.
Una grande mossa pubblicitaria di Terrail fu ospitare il Principe Filippo e la Regina Elisabetta di Inghilterra, la prima sera della loro luna di miele a Parigi nel 1948. Quando si accesero le luci di Notre Dame per la futura regina d’Inghilterra, anche il suo ristorante si illuminò agli occhi del mondo intero. Grazie all’assunzione di nuovi chef, la Tour si aggiudicò la terza stella Michelin nel 1951, affermandosi come una delle migliori dieci tappe gastronomiche a livello mondiale, per non parlare dell’ebrezza indescrivibile di poter vedere le stelle.
Quella terza stella Michelin, rese Claude Terrail una star in tutti i sensi. Poteva essere stato anche il più snob tra tanti, ma nessuno l’aveva mai percepito come tale. Quando gli chiedevano quale fosse il tavolo migliore, Terrail rispondeva, “Ovunque lei si sieda, mademoiselle”, seguito da un abile baciamano. Talvolta mostrava una caricatura di sé stesso, tuttavia il fascino e lo stile lo avevano reso inattaccabile alle critiche.